La strada di Toyota per diventare carbon neutral passa anche attraverso l’idrogeno, visto che il brand giapponese ha deciso di non percorrere, unicamente, la via dell’elettrico.
Per Toyota l’idrogeno è una realtà, non una prospettiva che deve ancora realizzarsi. Infatti, dal 2015 è stata avviata la produzione in serie della Mirai, alimentata ad idrogeno, giunta alla seconda generazione. L’auto in questione, che emette gocce d’acqua, e si rifornisce in 5 minuti, per avere un’autonomia di 650 km, è stata venduta in 22.000 unità, e più avanti sarà affiancata da un secondo modello ad idrogeno basato sulla Hilux. Attualmente, a Parigi ci sono più di 400 Mirai utilizzate come taxi, che diventeranno 600 entro il 2024, mentre ad Amburgo sono 25, ed a Copenaghen 100. Lo studio delle applicazioni per questo carburante sostenibile da parte della casa giapponese non esclude delle varianti con motori a combustione interna, come avviene nel motorsport e non solo.
L’idrogeno però è utile anche a livello di trasporto pubblico, così, con il partner Caetano bus, Toyota realizza autobus ad idrogeno dei quali ne sono stati venduti già 120. Dall’anno prossimo, il brand fornirà la tecnologia fuel cell a Daimler per realizzare autobus, e, inoltre c’è già una sinergia in atto anche con Menarini, sempre per la costruzione di autobus. Ma non è tutto, perché Toyota produce anche carrelli elevatori alimentati ad idrogeno che rappresentano circa il 25% sul globale; e, dal prossimo anno, con Hyliko inizierà a costruire motrici ad idrogeno per il trasporto pesante. L’utilizzo dell’idrogeno è stato esteso anche al comparto navale, e persino alla realizzazione di gruppi elettrogeni.
Rimane il discorso relativo ai punti di approvvigionamento dell’idrogeno, come ben sappiamo.
Il Pnrr ha previsto investimenti importanti anche sull’idrogeno, ci sono i primi 36 progetti di stazioni di rifornimento che potranno essere realizzati entro il 2026 e prevede investimenti per autobus a zero emissioni, che, nel caso dell’idrogeno, comprendono anche le infrastrutture di rifornimento. I prossimi mesi saranno decisivi per completare le prime infrastrutture.
Fonte Ansa